Verisheh Moradi è cittadina onoraria di Poggibonsi

Riconoscimento votato alla unanimità dal consiglio comunale di ieri 26 maggio

Data :

27 maggio 2025

Verisheh Moradi è cittadina onoraria di Poggibonsi
Municipium

Descrizione

Verisheh Moradi, scrittrice, formatrice e attivista per i diritti delle bambine e dei bambini di strada in Iran e in Siria, è cittadina onoraria di Poggibonsi. Lo ha deciso ieri, 26 maggio, il Consiglio comunale che si è espresso con voto unanime sul riconoscimento della cittadinanza “per essersi schierata, a costo dell’incolumità personale, a tutela dei diritti umani e della libertà delle donne, vittime di soprusi giudiziari e dell’arbitrio politico”.

“Ringrazio consiglieri e consigliere per la condivisione – ha detto la sindaca - Ringrazio le associazioni che ci hanno proposto di conferire la cittadinanza onoraria a Verisheh Moradi, il cui l’impegno civile a favore del rispetto dei diritti umani e della libertà delle donne, rispecchia i valori fondanti della nostra città, che si riconosce nei principi di libertà e uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione italiana”. “Abbiamo voluto assumere questo impegno per accendere i riflettori su questa situazione – dice prosegue Susanna Cenni - Ogni iniziativa che noi possiamo promuovere può essere di aiuto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle autorità internazionali sia per la causa di Verisheh Moradi, che più in generale per continuare a mantenere alta l’attenzione sulla drammatica e sistemica oppressione delle donne in Iran”.

In Iran un regime dittatoriale opprime da anni il proprio popolo, tanto che è stato condannato per la violazione dei diritti umani dall’ONU, da Amnesty International, dalla stessa Unione europea e da altre numerose organizzazioni internazionali.  Verisheh Moradi appartiene all’oppressa minoranza etnica curda dell’Iran, è impegnata per i diritti delle donne, la giustizia sociale e la libertà e mai è rimasta in silenzio di fronte all’oppressione delle donne nel suo paese. Arrestata nell’agosto 2023 a Sanandaj, interrogata per cinque mesi in isolamento tra torture fisiche e psicologiche e poi trasferita nel famigerato carcere di Evin, nella capitale Teheran, è a rischio di esecuzione a seguito di un processo gravemente iniquo da parte del Tribunale rivoluzionario di Teheran, che nel novembre 2024 l’ha condannata a morte per “ribellione armata contro lo stato” (baghi), solo in relazione alle sue attività non violente a sostegno dei diritti umani.

Donne Insieme per la Pace e il Forum per la pace Valdelsa hanno avanzato la richiesta per il riconoscimento della cittadinanza onoraria alle donne ingiustamente condannate solo per le loro azioni umanitarie e le loro idee politiche, come segno di attenzione e impegno ai temi del rispetto dei diritti  umani, della libertà delle donne e del valore del movimento “Donna Vita Libertà”.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio 2025, 12:14

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